Le originali gravitazioni

È allestita all’Instituto ‘Cervantes’ di Roma la mostra ‘Eduardo Chillida’. Nelle sale di piazza Navona oltre quaranta testimonianze della produzione dell’artista basco di San Sebastian a cento anni dalla nascita realizzate fra il 1948 e il 1997

Erano almeno trentadue anni che le opere di Eduardo Chillida non arrivavano a Roma per poter essere ammirate dagli appassionati e dagli interessati. E, invece, una quarantina di testimonianze dell’attività artistica fra sculture, disegni e ‘gravitazioni’ sono esposte negli spazi dell’Instituto ‘Miguel de Cervantes’ di piazza Navona. La mostra, semplicemente ‘Eduardo Chillida’, è stata curata da Javier Molins. “Il disegno e la scultura” sono state le caratteristiche passioni di questo basco di San Sebastian, dov’era nato il 10 gennaio del 1924 e dove, nei pressi, a Hernani, nel 2000, era stato inaugurato il Museo ‘Chillida Leku’, che ha promosso l’iniziativa romana in collaborazione con la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea.
“Una vera e propria retrospettiva con le opere realizzate fra il 1948 e il 1997”, hanno rilevato il direttore dell’Instituto ‘Cervantes’ Ignacio Peyrò, il nipote dell’artista e responsabile dello Sviluppo del Museo Mikel Chillida e il curatore e storico e critico d’arte Javier Molins. In bellamostra le quattro sculture premiate alla Biennale di Venezia del 1958, fra cui ‘Gesto’, arrivato dalla collezione della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma. Prima del riconoscimento nella città lagunare Eduardo Chillida, fra l’altro, aveva ricevuto il Diploma d’Onore alla Triennale di Milano nel 1954 e, poi, altri viaggi in Italia, in particolare a Roma, a Torino, a Milano e in Toscana, in Sicilia e in Sardegna. Chillida, scomparso nella residenza sul Monte Igueldo il 19 agosto del 2002 all’età di 78 anni, utilizzava per le sculture molteplici metalli.
Dagli anni Cinquanta le realizzazioni di Chillida, oltre ai riconoscimenti, hanno trovato ospitalità nei principali musei e collezioni d’arte sia europee che degli Stati Uniti. Le sculture e i disegni sono esposti tuttora in una ventina di luoghi culturali di ogni area del pianeta. Chillida, con un passato da portiere di calcio nelle giovanili della Real Sociedad e la carriera fermata da un grave infortunio al ginocchio, ha completato alcuni disegni con la mano ‘debole’, la sinistra, a conferma “dell’inarrestabile desiderio di conoscere”, in quanto ripeteva come “non vi è nulla che abbia fatto di più per la cultura che la voglia di sapere di chi non sa”.
Non solo. Infatti offriva anche l’interpretazione sull’assenza dell'”angolo retto arrivato a sembrare il più bello fra tutti, ma è in qualche modo intollerante, che non ammette dialogo se non con i propri pari”. Un modo per incamminare il visitatore verso le diciassette ‘gravitazioni’, che sono rilievi di strati di carta, tagliati e in parte arricchiti a china nera, legati e sollevati rispetto al piano con dei fili. La prima visione di questa originale produzione risale al 1988 alla Galleria ‘Theo’ di Madrid. “Esplorano la qualità e i limiti dello spazio” allargato e profondo, in quanto è considerato “un materiale”.
L’articolazione dei tratti possono essere intravisti anche nella serie di disegni figurativi del primo periodo artistico, in cui “emergono forme e linee”. Chillida non ha esitato a voler rivivere l’avventura di imparare con la mano mancina qualcosa che sapeva fare solo con l’altra, la destra.
Particolare anche la motivazione della creazione del Museo ‘Leku’, che in basco significa ‘luogo’. “Un giorno l’utopia di trovare uno spazio dove le sculture potessero riposare e le persone camminare come in una foresta”. La riqualificata casa di campagna del XVI secolo è stata trasformata in un museo che ha accolto un parco di sculture e una zona espositiva. L’area era stata acquistata negli anni Ottanta e dopo una lunga fase di ristrutturazione è stata abbellita da alberi e da sculture in acciaio e in granito inserite perfettamente nel generale ambiente.
La mostra, ‘Eduardo Chillida’, anche per ricordare i cento anni dalla nascita, può essere ammirata fino al prossimo 11 gennaio. L’ingresso è libero e gratuito ed è consentito fra le 14 e le 20 dal martedì al venerdì; fra le 10 e le 14 e fra le 15 e le 20 il sabato.

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