
In flessione la produzione e la commercializzazione, ma rimane confortante il dato sulle esportazioni soprattutto della Grappa IG. Il bilancio tracciato nell’Assemblea di AssoDistil con il confermato presidente Antonio Emaldi
“Il nostro settore è ormai compreso fra l’agroalimentare e l’industria, in quanto, oltre all’attività tradizionale, almeno con gli scarti, è possibile anche una produzione di energia e di biocarburanti”. La relativa e sorprendente affermazione è arrivata direttamente da Antonio Emaldi, il confermato presidente per un altro triennio di AssoDistil, nel corso dell’annuale Assemblea promossa nella capitale. Un’economia ancora più circolare per gli operatori, che nel 2023 hanno registrato una fra le più povere vendemmie “degli ultimi settantacinque anni”. E, tanto per solleticare le previsioni, anche il 2024 sembra seguire e “confermare il trend negativo”.
Dalla 78^ Relazione dell’Associazione nazionale degli industriali Distillatori di alcoli ed acquaviti è emerso che la produzione agricola utile al comparto è aumentata sul pianeta del 3,6%, praticamente un miliardo e 281 milioni di ettanidri con gli Stati Uniti e il Brasile ancora leader. L’Europa dei 27 dell’Unione, invece, ha raggiunto la quota di 68 milioni e 300 mila ettanidri. Francia e Germania sono ancora i paesi di riferimento con il 21,4% e il 15%. L’Italia è all’1,6%, mentre hanno mostrato una crescita la Polonia e la Spagna, +5% rispetto al 2022. Poco confortanti i dati relativi al nostro Paese, resi noti dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, per la raccolta dello scorso anno, -23,2%. Il livello più basso dal 1947 con 38 milioni e 300 mila ettolitri. Le cause sono state facilmente individuate: le ondate anomale di calore che caratterizzano i cosiddetti ‘cambiamenti climatici’ e gli “attacchi della peronospora”. La produzione nazionale di alcoli e acquaviti, in pratica, è stata di un milione e 46 mila ettanidri. La raccolta dei cereali necessari al settore è stata di due/terzi del totale.
L’Associazione ha anche richiamato l’attenzione sulla vicenda-Pakistan per l’imponente aumento delle importazioni di etanolo facilitate dall’esenzione dei dazi decisi per incoraggiare lo sviluppo in considerazione del disavanzo economico, ma “questo sistema non dovrebbe creare concorrenza sleale per l’industria dell’Unione Europea e, soprattutto, se quel paese vìola le norme sui diritti” umani e lavorativi previsti “dalle convenzioni internazionali”. Il danno economico per le aziende italiane è stato quantificato in 31 milioni di euro con il conseguente calo del fatturato e della redditività. Su questa situazione l’Associazione è “in attesa di un pronto intervento di Bruxelles che ripristini immediatamente i dazi per l’importazione dell’etanolo nei confini dell’Unione, indispensabili per ristabilire la competitività dei produttori europei nei confronti di un paese in cui non sono rispettate le regole sociali, sul lavoro e sull’ambiente”. Tutelata, invece, la grappa italiana, almeno per un lungo periodo, in relazione alla produzione neozelandese.
L’Associazione, che rappresenta una sessantina di realtà in grado di produrre il 95% della totale quantità, ha sottolineato come nonostante “il complesso scenario” e l’aumento dei costi, fra “energia, concimi e bottiglie di vetro”, l’offerta italiana di alcoli e acquaviti è stata di 104 milioni e 600 mila litri con un incremento dell’1,5%. La Grappa IG, Indicazione Geografica, dopo un biennio di crescita ha registrato una flessione del 3,3% in volumi, come dire 8 milioni di litri, dovuta soprattutto “all’inflazione, che pesa sui bilanci familiari”.
Una panoramica sul delicato scenario è stata data da Fabio Benassi di Nomisma, in particolare sulla produzione complessiva delle acquaviti, -4,8% con 90 mila 864 ettanidri. La Grappa IG, nonostante una discesa del 3,3%, resta sui gradino più alto del podio anche per le preferenze dei consumatori. In ascesa le acquaviti da vino, +104%. È sempre la Germania il mercato di riferimento delle esportazioni, che, comunque, ha mostrato una evidente contrazione di quasi il 14%. Dopo le richieste tedesche che assorbono il 54% dell’export della grappa, ci sono quelle svizzere e austriache. Stati Uniti, Canada e Giappone sono i maggiori destinatari del tipico prodotto nazionale con, rispettivamente, il 3%, il 2,5% e il 2%.
Continua, intanto, l’ampia promozione di AssoDistil, ‘Hello Grappa! The American Dream’, finanziata dall’Unione Europea a cui hanno aderito una decina di distillerie del nostro Paese. All’iniziativa è stato coinvolto anche ‘Eataly’, il marchio commerciale dell’enogastronomia di qualità fondato da Oscar Farinetti e l’ICE, riconducibile all’Istituto per il Commercio con l’Estero. E nel 2023 è iniziato anche il progetto di promozione e di informazione anche in Cina del Brandy Italiano IG.
Ancora bloccata al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste la normativa sulla dealcolizzazione del vino varata dall’Unione Europea, mentre è stata favorevolmente risolta la questione degli imballaggi delle bevande spiritose, in quanto il vetro è altamente sostenibile e in Italia è destinato al riciclo, che nel 2023 ha oltrepassato la soglia dell’80% dell’immesso sul mercato.
Un mercato che per la produzione delle etichette di AssoDistil ha visto risultati positivi solo nei discount e nelle consumazioni esterne alle mura domestiche, +13%. Nonostante l’andamento poco brillante negli ultimi dodici mesi e un restringimento del credito da parte degli istituti bancari almeno il 30% delle aziende prevede di investire nella rispettiva attività. All’incontro romano hanno partecipato, fra gli altri, l’ormai ex europarlamentare Paolo De Castro, che ha ribadito “la necessaria collaborazione con i paesi con le stesse problematiche come Francia e Spagna” e gli altri, soprattutto di quelli affacciati sul Mediterraneo e il presidente del Comitato Nazionale Acquaviti e Liquori Cesare Mazzetti.
‘Abbracciare il cambiamento’ è stato il riferimento di questa stagione a conferma che “il settore è sempre più collocato fra l’agroalimentare e l’energetico” anche per “i continui investimenti nella produzione da fonti rinnovabili e sostenibili. Le distillerie valorizzano le materie prime residuali”, in pratica gli scarti. “Un esempio per gli altri settori industriali, in grado di creare occupazione e ricchezza”. È impensabile una completa trasformazione delle finalità delle coltivazioni, ma “è in continuo aumento la capacità di disponibilità dei biocarburanti”, come ha rilevato Carlo Alberto Miani di E-Pure, l’associazione europea dei produttori di etanolo da fonti rinnovabili. Per il 2030, secondo le indicazioni del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, la quota dei biocarburanti da miscelare alla benzina sarà al massimo del 5% sul totale dell’immesso al consumo. È aumentata la produzione di biogas, +34,55% rispetto al 2018.
“734 milioni di euro è stato il gettito derivante dalle accise sugli spiriti”, in diminuzione rispetto al 2022 del 3%. Il dato è stato raccolto da AssoDistil, che chiede “di evitare ulteriori aumenti di una imposizione fiscale già molto elevata”. Nel 2019, prima del lockdown, deciso per evitare l’estensione del numero dei contagi da Covid-19, era stato di “647 milioni di euro”.
Il settore, proprio alla vigilia dell’Assemblea, fra il 7 e l’8 luglio, è stato colpito dalla scomparsa di Benito Nonino, la cui grappa è conosciuta in tutto il mondo. Era nato nella friulana Percoto, in provincia di Udine, il 6 febbraio del 1934, dove aveva impiantato la distilleria. Ha lasciato la moglie Giannola e le tre figlie Antonella, Cristina ed Elisabetta, che continuano l’attività produttiva iniziata artigianalmente fin dal 1897.