
Aveva 83 anni Sergio Staino, che si è spento a Firenze. Aveva creato il noto personaggio protagonista nelle vignette pubblicate per anni su quotidiani e periodici
La geniale matita è stata riposta. Fermata, per sempre. Il 21 ottobre del 2023 nell’ospedale ‘San Giovanni di Dio’ di Firenze dove è scomparso a 83 anni Sergio Staino. Toscano di Piancastagnaio, territorio provinciale di Siena, Staino da qualche tempo non era più in buone condizioni.
È ricordato dai più come l’inventore di ‘Bobo’, il personaggio “nato per disperazione, in un periodo di inquietudine, d’istinto, in quanto arrabbiato, disilluso, romantico, democratico, di sinistra”, aveva rivelato. La prima vignetta risale al 1979, quando è apparsa sulla pubblicazione Linus, a quel tempo diretta da Oreste Del Buono.
Giornalista, fumettista, vignettista e anche regista di un paio di pellicole, nel 1989, ‘Cavalli si nasce’ e nel 1992, ‘Non chiamarti Omar’, da un racconto di Altan.
Negli anni ha collaborato con alcuni quotidiani, fra cui Il Messaggero, La Stampa e L’Unità, dove ha ricoperto anche il ruolo e la funzione di direttore. Ha fondato il settimanale satirico Tango, poi trasportato nell’87 su RaiTre come ‘TeieTango’ in compagnia di Claudio Bisio e Athina Cenci. Nel 2007 è uscito “il periodico di filosofia da ridere e politica da piangere”, Emme. Per oltre un anno ha guidato L’Unità, dal settembre del 2016 al giugno del 2017, con alterni umori dovuti essenzialmente alla decisione dell’editore di ridimensionare il personale. Per il quotidiano Avvenire di ispirazione e riferimento cattolico ha preparato le vignette, ‘Hello Jesus’. Poi collaborazioni con Tiscali Notizie e Il Riformista.
L’attività di Sergio Staino è stata caratterizzata da numerose pubblicazioni di libri e raccolte, di trasmissioni e film, premi e riconoscimenti sia in Italia che a livello internazionale. Nel 2009 è stato candidato alle elezioni europee nelle liste di Sinistra e Libertà nonostante l’iscrizione e l’appartenenza al Partito Democratico. E, in quella occasione, ha rischiato di essere allontanato dal Partito.
Era laureato in architettura e, prima di essere impegnato nell’arte dell’ironia disegnata, aveva insegnato nelle aule scolastiche soprattutto di Firenze e di Scandicci.